Mercato moto Agosto 2025: il commento di AICMOTO

04/09/2025
Roma Corrette 3

L'agosto del mercato della moto in Italia si chiude con 16.202 immatricolazioni, pari a un calo del 9,27% rispetto allo stesso mese del 2024. Un confronto falsato ancora una volta dall’effetto "fine serie Euro 5", che aveva gonfiato i numeri nello scorso autunno a causa del diffuso fenomeno delle auto-immatricolazioni. Il cumulato gennaio–agosto segna invece 262.475 unità, in flessione del 3,79%.

Il dato conferma un 2025 di transizione. Le moto perdono quasi il 19% nel mese e il 14% da inizio anno. Gli scooter, con 149.008 unità immatricolate da gennaio ad agosto, restano l’unico comparto in crescita - a fronte però di una redditività inferiore per i concessionari rispetto a quella generata dalle moto.

Al di là dei numeri, dalle testimonianze dei concessionari emergono importanti nodi strutturali, che definiscono un mercato in evoluzione. La concorrenza dei marchi cinesi nel segmento medio, per esempio, spinge verso il basso i valori residui e sottrae domanda agli scooter e alle moto europee. Al tempo stesso, le politiche praticate dai costruttori circa le moto "demo" e i modelli a chilometri zero, trasformati da strumenti tattici in pratiche sistemiche, generano stock inutili che drogano i conti dei concessionari e ne compromettono la redditività.

In un contesto di margini compressi, pressioni commerciali crescenti e costi finanziari elevati, andrebbe sviluppata una maggiore attenzione da parte delle case verso le loro reti. La gestione del prodotto e la valutazione dello status del mercato non può limitarsi infatti ad un conteggio delle immatricolazioni: servono strategie per la gestione degli stock, programmi commerciali realmente funzionali e condizioni economiche che garantiscano sostenibilità.

«Il mese di agosto fotografa un mercato condizionato da fattori tecnici e difficilmente confrontabile con lo scorso anno» – dichiara Attilio Pogliani, Presidente AICMOTO – «ma ciò che conta è il segnale che arriva dalla rete. I concessionari hanno bisogno di un rapporto più equilibrato con i costruttori. Senza un cambio di rotta sul fronte usato, stock e marginalità, il rischio è che il sistema si indebolisca nel suo insieme. Il 2025 resta un anno di attesa, ma è il momento di preparare basi più solide per il futuro».